Le
Batterie a Cavallo nella 1° Guerra Mondiale
Il 24 maggio 1915 i quattro gruppi di batterie a cavallo a
disposizione del nostro esercito presero parte alle prime operazioni
insieme alle quattro divisioni di cavalleria che accompagnavano:
I° Gruppo: 1° e 2° a Cavallo
II° Gruppo: 3° e 4° a Cavallo
III° Gruppo: 5° e 6° a Cavallo
IV° Gruppo: 7° e 8° a Cavallo
Riuniti a formare il Reggimento artiglieria a
cavallo, e impiegati a Cervignano, a Villesse, al passaggio
dell'Isonzo, al M. Sei Busi, a Monfalcone, a Sagrado, durante la
guerra ebbero l'onore di annoverare nei loro ranghi, in qualità di
volontario, prima soldato e poi caporale per merito di guerra,
S.A.R. Amedeo di Savoia Duca delle Puglie. Stabilizzatasi la guerra,
le batterie a cavallo furono temporaneamente adibite a difesa
costiera e contraerea nei pressi di Aquileia, San Giorgio di Nogaro
e basso Tagliamento, quindi nel maggio 1916, entrarono in linea con
le rispettive divisioni di cavalleria appiedate, prendendo posizione
in formazione ridotta, a Monte Udern, San Jacob e Monfalcone.
Nell'ottobre successivo passarono alle dipendenze di varie divisioni
di fanteria là dove si presentava la necessità di un rinforzo di
artiglieria. Occuparono così difficili e battutissime posizioni a
Gorizia, a Ciprianisce, a Oppacchiasella e a Nova Vas. Nel 1917 il
reggimento fu riunito agli ordini del proprio comandante. Il I°
Gruppo occupò posizioni al Crni Krib, al lago di Pietra Rossa, a
quota 235 di Selo; il II° Gruppo fu a Opacchiasella fino a maggio,
da maggio all'agosto in formazione a cavallo con la 2^ divisione di
cavalleria, quindi, nuovamente appiedato, fu a Gorizia e di fronte a
Tolmino; il III° Gruppo occupò posizioni a Lukatic, Nad Bregom, Nova
Vas, Segeti e Opacchiasella fino a ottobre; il IV° Gruppo fu a
Opacchiasella, a Monfalcone e a Gorizia.
A tutti i combattimenti avvenuti nell'anno sul fronte della gloriosa
3^ Armata parteciparono le Batterie. Gravi furono le perdite subite,
ma sempre e ovunque i reparti furono degni delle eroiche tradizioni
delle Batterie a cavallo. Fra i numerosi episodi caratteristici che
diedero luogo a ricompense al valore, sono degni di nota i seguenti.
L'artigliere Golli Giovanni della 2^ a cavallo venne decorato di
medaglia d'argento al valor militare il 26 giugno a Bosco Malo con
questa motivazione : "Durante un furioso combattimento, mentre sotto
intenso fuoco di artiglieria e mitragliatrici nemiche recapitava un
ordine, era investito dallo scoppio di una granata che gli produceva
ben 18 ferite in varie parti del corpo asportandogli quasi
completamente il piede destro. Si trascinava allora carponi per
qualche centinaio di metri, finché, visto passare un bersagliere, si
faceva prendere sulle spalle e si faceva portare al Comando al quale
era diretto l'ordine; giuntovi, sua unica cura fu di consegnare
subito il piego perché gli era stato detto che si trattava di cosa
molto importante e non volle essere portato ad un posto di
medicazione, finché non fu sicuro che il piego era andato nelle mani
del Generale al quale era destinato".
Il Caporal Maggiore Bonali Ado della 6^ a cavallo riportava pure la
medaglia d'argento alla Dolina Reifel presso Selo, il 4 settembre:
"Volontario nel servizio di collegamento presso un comando di
battaglione di fanteria, durante un violento attacco austriaco, di
sua propria iniziativa, esponendosi ripetutamente al fuoco nemico,
provvedeva a rifornire di bombe e munizioni le truppe in trincea che
ne erano rimaste quasi sprovviste. Iniziato il contrattacco dalle
nostre truppe, afferrato il moschetto di un caduto, usciva dalla
trincea animando con l'esempio e con la parola i fanti di un plotone
rimasto senza ufficiali finché, colpito in pieno da uno shrapnels,
cadeva da valoroso". Particolare ricordo meritano, fra gli ufficiali
caduti sul campo, i Tenenti Alfonso Pagani e Vittorio Mainardi e il
Sottotenente Francesco Visentin, decorati di medaglia d'argento,
nonché il Sottotenente Carlo Malvani.
Le dolorose giornate dell'ottobre 1917 trovano il Comando di
Reggimento con i Gruppi I° e III° sul Carso a quota 208 sud; il II°
di fronte a Tolmino e il IV° a Salcano di Gorizia. Il II° Gruppo il
24 ottobre fu accerchiato da soverchianti forze austriache mentre
stava eseguendo il fuoco. Gli altri gruppi con il Comando di
Reggimento eseguirono la ritirata al Tagliamento dove presero
posizione per trattenere il nemico incalzante. Tra il Tagliamento e
il Piave i Gruppi I° e III° appoggiarono validamente le divisioni di
cavalleria incaricate di coprire il ripiegamento del grosso
dell'esercito. A ovest del Piave le Batterie presero posizione sul
Montello. Anche in questo periodo gli artiglieri a cavallo seppero
distinguersi per coraggio e disciplina, meritandosi decorazioni ed
encomi. Nel 1918, il reggimento, a cavallo, mentre i pezzi venivano
impiegati per la difesa contraerea, completa in uomini e cavalli le
batterie che raggiunsero poi le rispettive divisioni di cavalleria.
Nel giugno il II° Gruppo venne impegnato a Monastier contro il
nemico passato al di qua del Piave. Respinta l'offensiva austriaca,
lasciate nuovamente le divisioni di cavalleria, il Reggimento
riunito fu inviato sull'altipiano di Asiago nelle posizioni di Campo
Rossignolo, Bosco di Gallio, Cima Eckar e Monte Valbella, dove
partecipò a tutti i combattimenti svoltisi in quel periodo su tale
settore. Ai primi di ottobre, nella previsione della nostra
offensiva, i gruppi furono nuovamente assegnati alle divisioni di
cavalleria e con queste si portarono al Piave, che il 29 ottobre
guadarono, iniziando l'inseguimento che coronava la vittoria finale
delle armi italiane. Vinte numerose resistenze, le varie colonne di
cavalleria, validamente appoggiate dalle Batterie a cavallo,
incalzarono senza tregua gli austriaci impegnandoli in continui
combattimenti, disgregandone sempre di più le compagnie e
impadronendosi di ingente bottino. Si distinsero particolarmente la
1^ a cavallo a Flagogna, la 2^ a cavallo al passaggio della Livenza
presso Fiaschetti, la 3^ e la 5^ a Pasian di Prato e a San Quirino,
la 4^ a Torre di Zuino, la 6^ a Tauriano, la 7^ e la 8^ al passaggio
del Tagliamento.
Per il validissimo appoggio dato alle divisioni di cavalleria, per
la celerità e l'efficacia della loro azione, le Batterie a cavallo
ebbero l'alto onore di una speciale citazione nel Bollettino della
Guerra del 3 Novembre e di essere ricordate con lusinghiere parole
nella relazione della battaglia di Vittorio Veneto pubblicata dal
Comando Supremo.
Nella primavera del 1919 le Batterie a Cavallo rientrarono alle proprie sedi.